I Peelings sono tecniche di trattamento della cute con sostanze acide (di tipo e potenza diversa) che vengono applicate sulla cute e che permettono di rimuoverne gli strati superficiali e, via via, più profondi (a seconda del tipo di peeling).
Si ottiene così una attenuazione delle rughe, una idratazione della cute ed un suo ringiovanimento.
I Peelings sono definiti, indipendentemente dall'acido che viene usato, con tre termini: superficiale, medio e profondo.
Il peeling superficiale interessa solo gli strati superficiali dell'epidermide; il peeling medio ne interessa gli strati superficiale e medio (cioè la sua azione si approfondisce di più); il peeling profondo interessa tutta l'epidermide fino alla giunzione dermoepidermica.
Il termine "peeling medio", quindi, non vuol dire peeling di media potenza, anzi significa peeling in grado di raggiungere gli strati medi dell'epidermide e cioè più potente di un peeling superficiale, ma meno di un peeling profondo.
[EXCURSUS = La epidermide è formata da cinque strati di cellule; il derma è formato da due livelli di organizzazione cellulare e fibrillare. La cute è formata dal derma (sotto) e dall'epidermide (sopra).]
SEMPRE BISOGNA FARE ATTENZIONE quando si eseguono peelings in persone con fototipo cutaneo alto (cioè pelli scure) ed in pazienti in trattamento ormonale.
CLASSIFICAZIONE DEI PEELINGS.
Peeling molto superficiale (esfoliazione): rimozione od assottigliamento dello strato corneo.
Peeling superficiale (limitato all'epidermide): necrosi di una parte o di tutta l'epidermide fino allo strato basale.
Peeling di media profondità (raggiunge il derma papillare): necrosi dell'epidermide e di una parte o di tutto il derma papillare.
Peeling profondo (raggiunge il derma reticolare): necrosi dell'epidermide e fino al derma reticolare.
E' molto importante, per valutare quale peeling utilizzare, considerare alcuni parametri come LA CLASSIFICAZIONE DEL BIOTIPO CUTANEO (secondo Bartoletti e Ramette): per essa, possiamo distinguere "pelle normale", "pelle secca-disidratata", "pelle con carenza lipidica (scarsa o marcata)", "pelle seborroica (oleosa)", "pelle asfittica", "pelle sensibile".
IN GENERALE, IL MECCANISMO D'AZIONE DEL PEELING PRODUCE: <stimolazione del turnover dell'epidermide, attraverso la rimozione dello strato corneo>, <distruzione di specifici strati cutanei danneggiati, e loro sostituzione con con un tessuto giovane, più sano ed esteticamente migliore>, <induzione a livello dermico di neosintesi di collagene, glicosaminoglicani, e sostanza fondamentale>.
Esistono, inoltre, dei peeling "booster" (da usare prima del peeling scelto e programmato per quello specifico paziente); essi sono peeling "potenzianti" e sono di tre tipi:
Peeling con azione schiarente (Ac.Cogico + Arbutina + Ac.Citrico 30%), nelle ipercromie cutanee.
Peeling con azione antiossidante (Ac.Citrico 30%), nel photoaging.
Peeling con azione purificante (Ac.Citrico 10% + Ac.Mandelico 20%), per seborrea ed acne.
Durata intervento | mezz'ora |
Numero Interventi | 1 (con certi peelings 2) |
Durata Permanenza in clinica | 1 ora |
Totale Medicazioni | 1 |
Trattamenti Dopo l'intervento | fotoprotezione |
Ritorno al Sociale | il giorno successivo |
Esposizione al Sole dopo | 40 giorni |
PEELINGS: quanti sono?
Ac.Glicolico, Ac.Salicilico, Jessner, Cromo Peel, Easy Peel (secondo Deprez), il potente TCA (chelated masque o gel), lo Yellow Peel, il potentissimo Exoderm (al Fenolo). ......ed ancora: lo High Potency Peel (HPP), il Glikopeel (ac.glicolico al 70%+ac.cogico 5%+vitamine A,E,C), i Nanopeel ed i "booster peel" (o detti peeling integratori).
I peelings sono nati in California ed in Brasile (anche se Poppea, nell’antica Roma, quando faceva il bagno nel latte d’asina, come si racconta, già faceva un peeling senza saperlo): sono comunque nati in paesi dove l’esposizione al sole è notevole. Tuttavia proprio il tipo di pelle ed il suo colorito (“fototipo”) sono i fattori discriminanti nella scelta del tipo di peeling: i risultati migliori si ottengono con soggetti di pelle sottile anche se con marcato invecchiamento cutaneo e cioè con fini e profonde rughe da senescenza cutanea o da esposizione al sole (detto “photoaging”).
Non buoni candidati sono gli individui di pelle molto pigmentata od oleosa. Infatti, come non ricordare (all’inizio dell’epopea dei peelings) che i peelings erano proprio controindicati in pelli seborroiche od acneiche, mentre oggi i peelings si utilizzano proprio in questi casi e con ottimi risultati (merito anche della preparazione pre-peeling, e della cura immediata post-peeling in studio, come anche della cura domiciliare a permanenza).
Piuttosto va precisato che gli individui di pelle molto pigmentata od oleosa possono essere sottoposti a peelings specifici, ma non possono essere inquadrati in una “categoria generale di pazienti con pelle pigmentata od oleosa da sottoporre sempre allo stesso ed unico trattamento”. Infatti vanno valutati caso per caso, anche per esaminare un altro parametro importante della pelle oleosa (o, peggio, francamente seborroica) che è lo spessore della pelle (risultati non ottimali se la pelle è spessa): quello che ci interessa è dare il risultato migliore al paziente che si rivolge al Medico esperto in Medicina Estetica. Ciò è particolarmente importante per i pazienti con pelli pigmentate che si aspettano miracoli.
Dei molti tipi di peelings se ne legge in ogni rivista. Ce ne sono di superficiali, medi e profondi, ove questi termini indicano quanto in profondità può arrivare la loro azione.
La loro importanza, come il loro risultato più o meno straordinario, sono direttamente proporzionali alle loro difficoltà di gestione e sono perciò direttamente collegati alla professionalità dell’operatore Medico che li esegue.
Come tutti i tipi di procedura medico-chirurgica, i peelings chimici hanno qualche livello di rischio. Se le complicazioni sono inusuali con i peelings “superficiali” o “medi”, qualche rischio si può avere con i peelings “profondi”.
I peelings “profondi” sono impegnativi per il Medico che li esegue ma anche per il/la paziente che ne trarrà poi beneficio, paziente che dovrà accettare tutte le precauzioni che il Medico prescriverà. Sempre quindi vanno discussi i rischi ed i possibili effetti collaterali.
Nel nostro studio vengono eseguiti tutti i tipi di peelings, a seconda delle necessità dei pazienti, del loro fototipo, dei fattori di rischio (non ultimo la accettazione da parte dei pazienti di aderire strettamente al programma post-peeling di protezione e cura).
(1) Il peeling all’Ac.Glicolico è un peeling superficiale, indicato nel “photoaging” (invecchiamento cutaneo da senescenza o da esposizione al sole), con rughe sottili e solchi profondi, cute secca ed ispessita, cute anelastica, acne e sue conseguenze. E’indicato anche nel melasma del volto, nelle irregolarità di pigmentazione e nelle iperpigmentazioni post-infiammatorie (ove è spesso associato all’Ac.Fitico). E’anche indicato nella pelle oleosa tendente all’acne e, soprattutto, è indicato come primo peeling nella pianificazione di un programma più severo di peelings "successivi" via via a potenza crescente. Quest'ultima indicazione è quella che ci fa usare proprio il peeling all'Ac.Glicolico quando proponiamo un programma rivitalizzante di BIOSTIMOLAZIONE.
(2) Il peeling all’Ac.Salicilico è un peeling superficiale ma che provoca intensa esfoliazione, ha un prolungato effetto sgrassante ed un buon risultato nei soggetti acneici sulle lesioni papulo-pustolose, con diminuzione dello stato infiammatorio e della comedogenicità già in decima giornata. Ha buoni risultati nei cloasmi estroprogestinici (“macchie” post pillola o post gravidanza) e nelle iperpigmentazioni melaniche di varia natura. / L’assorbimento sistemico di Ac.Salicilico in quantità tale da dare i ben noti effetti collaterali è una eventualità remota; comunque vanno esclusi i soggetti con presunta od accertata sensibilizzazione all’Ac.Salicilico.
Entrambi i peelings (1) e (2) sono peelings agli idrossiacidi.
L’Ac.Glicolico è un alfa-idrossiacido (AHA) che, nella famiglia degli AHA, possiede solo due atomi di carbonio e presenta perciò maggiore penetrazione cutanea rispetto agli altri. L’Ac.Salicilico è un beta-idrossiacido ove il gruppo ossidrilico è posizionato sull’atomo di carbonio beta (ß) rispetto al carbossile.
Sono entrambi “soft peelings”(cioè peelings superficiali).
(3) Il peeling con la soluzione di Jessner (Ac.salicilico 33%, Resorcinolo 33%, Ac.Lattico 33%, etanolo q.b.) è un peeling “superficiale-medio” che crea peeling uniformi, consente buona esfoliazione, ed è il più efficace nelle discromie cutanee. Può essere usato per preparare ad un peeling successivo al TCA.
(4) Lo Easy Peel è in pratica un TCA a bassa concentrazione (<15%), associato ad Ac.Citrico ed Ac.Ascorbico, ove non si manifesta il “frost” (cioè coaguli proteici a livello cutaneo). Esso determina esfoliazione di media importanza e rigenerazione cutanea (anche per l’effetto della crema post peeling che contiene molti antiossidanti). La procedura è codificata dal Dr.Deprez.
(5) Il Cromo Peel è simile alla soluzione di Jessner (contiene Resorcina, Ac.Lattico ed Ac.Salicilico) e trova indicazione principale nel trattamento delle smagliature e delle cicatrici (sulla risoluzione delle quali non esiste ancora procedura efficace al 100%) e delle macchie ipocromiche e della lassità cutanea.
(6) Il peeling all’Ac.Tricloroacetico (TCA al 25% e 30%) è un peeling “medio” che (al 30%) può essere considerato un peeling profondo, indicato nel “photoaging” importante e nelle severe discromie. Provoca un “frost” importante ed una esfoliazione altrettanto importante. Va usato per pazienti con indicazioni specifiche e che accettino di aderire strettamente al programma post-peeling di protezione e cura.
Excursus sul TCA
TCA (25%) (35%)
formula di Monheit [cioè, soluz.di Jessner(formata da Ac.Salicilico, Ac.LAttico, Resorcinolo) + TCA 35%]
sono due esempi di peeling "medi".
I peeing "medi" NON SONO PEELING "SOCIALIZZANTI" (cioè non sono i peelings della "pausa pranzo"). ma richiedono almeno una settimana di trattamento (a volte con astensione dal lavoro) con creme grasse e terapia antibiotica ad ampio spettro (!!). Inoltre, richiedono una protezione solare assoluta per almeno tre mesi.
La presenza del TCA provoca un "frost" (cioè un effetto "sbiancante" dovuto alla coagulazione proteica) che, in base al grado di frost, permette di valutare l'esatto approfondimento del peeling. Esiste pertanto una classificazione del "frost" che è la seguente:
<livello 0 = no frost = assenza di frost, eritema minimo od assente. (Peeling molto superficiale: rimozione dello strato corneo)>;
<livello 1 = frost lieve e irregolare = eritema presente, frost bianco ed irregolare, pelle lucida. (Peeling superficiale che comporta da 2 a 4 giorni di desquamazione evidente)>;
<livello 2 = frost bianco con chiazze intensamente rosa. (Peeling che coinvolge tutto lo spessore dell'epidermide, e che comporta circa 5-6 giorni di desquamazione evidente)>;
<livello 3 = frost bianco solido e compatto = la pelle ha un frost intenso e bianco che non lascia trasparire chiazze rosa retrostanti. (Peeling che si estende al derma papillare, e che comporta circa 8 giorni di desquamazione per guarire)>
(7) Il peeling più nuovo, attualmente, è lo YELLOW PEEL che rappresenta l’ultima novità presentata dal brasiliano Dr.Romulo Mene. E’ un peeling “medio”, che va applicato per due giorni di seguito (oppure in un'unica giornata, ma in due tempi). E' un peeling che permette (se applicato da personale medico competente) di ottenere dei risultati sorprendenti. Ripeterlo ogni venti-trenta giorni, per almeno tre – quattro volte, permette di ottenere in persone idonee un risultato che permette di parlare di “lifting chimico”.
(8) E’ però il potentissimo Exoderm che rappresenta il fiore all’occhiello delle tecniche di peeling. Si tratta di una metodica ideata dal Dr.Yoram Fintsi che consiste in un peeling profondo al fenolo che può essere fatto solo in una struttura adeguata e con assistenza anestesiologica. Che vantaggio si ottiene? Dieci – quindici anni in meno, entro una settimana.
Il risultato sarà straordinario (come effetto di ringiovanimento), ma potrà residuare un colorito cutaneo leggermente più chiaro nell’area sottoposta al peeling profondo.
Ovviamente richiede pazienti motivate per la necessità di aderire poi strettamente ad un programma di fotoprotezione e di cura della pelle piuttosto severo per almeno un mese, per continuare poi ad avere cura della propria nuova e “fresca” pelle secondo un saggio igiene di vita comportamentale (evitare esposizione a luce solare se non fotoprotetti) praticamente per sempre.
Questo igiene “generale” di vita, comunque, andrebbe seguito da tutti. La senescenza cutanea da esposizione solare (“photoaging”), presente anche in soggetti giovani irresponsabili adoratori del sole, è assolutamente da combattere !